La sostenibilità può mettere in rete il retail

La sostenibilità può mettere in rete il retail

Per la prima volta la GDO prepara un piano di azione condiviso per valorizzare la trasparenza di filiera: una campagna nei punti vendita, uno strumento social e una legge di iniziativa popolare. Nel corso di questa V edizione il GreenRetailForum&Expo ha ospitato un evento che potrebbe rappresentare un primo esperimento di networking nel mondo della distribuzione organizzata e lascia intravedere un nuovo metodo di azione delle insegne nazionali: condivisione di intenti e di azione attorno ai temi importanti, ovvero quelli che mettono in gioco i diritti essenziali dei cittadini e la coerenza stessa del sistema del largo consumo, dal retail all’industria di marca. A prescindere dalle posizioni associative e di categoria, al di là e al di sopra degli interessi di lobby e parti politiche, sempre e comunque a difesa dei cittadini consumatori e della reputazione del retail. Il tema è quello della trasparenza di filiera che proprio nell’anno di Expo e del rilancio di un sano rapporto tra filiera agroalimentare, il territorio e i diritti dei cittadini, si trova ad essere minacciata da una normativa europea (1169/11) entrata in vigore a dicembre 2014 che ha aperto una falla nel sistema di informazione eliminando l’obbligo di indicare il luogo di produzione in etichetta. Invitati da Plef, NDB, e DistribuzioneModerna, i manager (Pugliese – Conad, Santambrogio -Vègè, Gasbarrino – Unes/U2, Graffione -Coralis) e gli imprenditori presenti (Casillo – Gruppo Casillo, Gulli – General Conserve/AsDoMar) hanno raccolto la sfida di fare un passo avanti rispetto alla petizione lanciata da Raffaele Brogna e già sottoscritta su ioleggoletichetta.it. Infatti, oltre a mantenere sui prodotti a marchio del distributore l’indicazione del luogo di produzione,...