Perché la trasparenza è la nuova sfida del mercato? (3° parte)

Perché la trasparenza è la nuova sfida del mercato? (3° parte)

Sostenibilità e Trasparenza
 Sostenibilità e trasparenza sono strettamente connesse e reciprocamente necessarie. Nella fase del mercato in cui oggi ci troviamo la trasparenza rappresenta un un punto chiave, una leva capace di dare la svolta definitiva verso un orizzonte di sostenibilità. 
Da un lato non c’è sostenibilità senza trasparenza – in quanto la prima include necessariamente la seconda, almeno fino al livello della tracciabilità come controllo (il 2° della nostra classificazione). Essere sostenibili richiede controlli e regole il cui rispetto prevede l’accesso ai dati da parte di terzi per verificare come l’azienda interpreta la sostenibilità. 
Dall’altro lato non c’è vera trasparenza senza sostenibilità, sia perché oggi le aziende non possono permettersi di essere trasparenti se non sono sostenibili agli occhi dei consum-attori, sia perché il vero apporto di coerenza ed equilibrio nonché di efficienza e qualità che la sostenibilità può dare alla produzione non ha valore se non viene percepito dal cliente finale, quindi necessita di essere promosso e valorizzato. In altre parole, la sostenibilità non ha valore se non la comunichiamo adeguatamente, e quindi non può essere una pratica economicamente sostenibile se non si colloca in un contesto di trasparenza aziendale, dove la fiducia degli stakeholder viene confortata dall’accesso alle informazioni e la conoscenza della filiera produttiva è messa a disposizione di coloro che pagano un prezzo all’interno del quale il valore della sostenibilità e della trasparenza diventano denaro. La trasparenza rende percepibile il valore della sostenibilità e quindi ne agevola la conversione in valore economico. Allo stesso tempo anche le scelte di acquisto saranno più consapevoli e quindi più vicine ai bisogni delle persone e alla visione...
Perché la trasparenza è la nuova sfida del mercato? (2° parte)

Perché la trasparenza è la nuova sfida del mercato? (2° parte)

Come si attua la trasparenza In sintesi possiamo dire che l’accezione di trasparenza che prendiamo a riferimento contiene al suo interno almeno 4 livelli: 1.una base costituita dai comportamenti dell’azienda che dovranno distinguersi per la correttezza, l’efficienza e la qualità dei processi produttivi e dei prodotti; 2.una fase di documentazione e controllo di questi comportamenti, ovvero una tracciabilità come controllo qualità interno e da parte di soggetti terzi delle filiere; 3.una capacità di trasferire al consum-attore il valore dei processi di cui sopra che quindi comporta una tracciabilità intesa come valorizzazione, ovvero come storytelling e comunicazione supportata da dati ai quali però non viene dato pieno accesso; 4.da ultimo, l’accessibilità totale alle informazioni come controllo e partecipazione dal basso, sia attraverso l’internet delle cose, sia attraverso la condivisione sui social delle proprie esperienze di consumo. Seguendo questa analisi, osserviamo che nel panorama del largo consumo ci sono molti modi di dirsi o essere trasparente, in base a un mix dei 4 livelli di cui sopra, integrati in parte o in toto nel rapporto tra aziende e cittadini. Possiamo avere ad esempio un’azienda che lavora bene ma non comunica altrettanto bene, viceversa un produttore che privilegia lo storytelling ma senza avere il conforto dell’esattezza e dell’autenticità delle informazioni che comunica. Il parametro più attendibile che abbiamo per valutare il grado i trasparenza si basa sul comportamento che le aziende adottano 1.nell’offrire accesso alle informazioni e 2. nel dare esattezza e autenticità alle stesse. Come nel caso emblematico della trasparenza amministrativa (vedi sul sito del Ministero Funzione Pubblica), più andiamo verso l’accessibilità totale alle informazioni che descrivono e tracciano le filiere...
Perché la trasparenza è la nuova sfida del mercato? (1° parte)

Perché la trasparenza è la nuova sfida del mercato? (1° parte)

L’Internet delle Cose, la domanda di sostenibilità e la consapevolezza dei consumatori spingono verso una trasparenza integrale dei prodotti e delle aziende. Quali le soluzioni e gli scenari di domani?  Trasparenza per un consumo consapevole  La prossima edizione del GreenRetailForum&Expo di giugno 2016 sarà dedicata ad un tema che secondo noi declina nel modo più concreto e tangibile il bisogno di innovazione sostenibile nell’accesso ai beni di consumo: “La trasparenza di prodotto e di processo per un consumo consapevole”. Per affrontare questo tema abbiamo proposto ai retailer, alle aziende di produzione di beni di consumo e ai loro fornitori di soluzioni per la trasparenza, di progettare con noi una serie di iniziative per promuovere e misurare il valore della trasparenza nel punto vendita, lì dove si attuano le decisioni d’acquisto. I risultati delle iniziative saranno al centro dell’evento di giugno prossimo dove i protagonisti potranno raccontarne le modalità di realizzazione, confrontarne i risultati e discutere sulle strategie più efficaci in un mercato che grazie all’Internet delle Cose guarda verso una trasparenza autentica di processo e di prodotto e ad una accessibilità totale delle informazioni. Nei prossimi mesi cercheremo di preparare la discussione e approfondire il tema ponendoci una serie di domande.  Cominciamo a chiarire cosa intendiamo con trasparenza e come questa è legata alla sostenibilità, per poi arrivare a spiegare nei prossimi post come la trasparenza può diventare oggi uno standard di accesso e partecipazione alla produzione da parte dei cittadini e quindi quali vantaggi offre al mercato nel suo insieme e alle aziende più virtuose nello specifico. Trasparenza come accesso alle informazioni per una scelta consapevole Quando parliamo...
Che valore ha la trasparenza nelle scelte d’acquisto?

Che valore ha la trasparenza nelle scelte d’acquisto?

Per la sua VI edizione il GreenRetailForum&Expo invita retailer, industria di marca e fornitori specializzati a fare sistema per progettare nuovi modi di valorizzare la trasparenza e farne delle case history da raccontare all’evento che si terrà nella seconda metà di giugno 2016. Il progetto propone tre format, tre modi di promuovere le referenze nel punto vendita sulla base della loro trasparenza e misurare la risposta dei consum-attori in termini qualitativi e quantitativi. Il quarto è l’open format, aperto all’iniziativa delle imprese e degli stakeholder che hanno già messo in campo delle iniziative e vogliono condividerne i risultati. Qui il dettaglio. Mancano ancora sei mesi e l’elenco delle adesioni si va allungando di giorno in giorno. Perché nessuno oggi può sottrarsi alle richieste dei consum-attori che da un lato vogliono più sostenibilità e dall’altro si fidano sempre meno di quello che le aziende dichiarano – complici anche i molti scandali, da Volkswagen all’olio evo al pomodoro cinese, il 50% degli italiani è certo che le aziende facciano carte false per fare profitti (Ipsos ottobre 2015). La via maestra è dunque quella della verità, dell’autenticità e quindi della trasparenza integrale per promuovere e dare valore a ciò che merita. L’internet delle cose oggi può supportare questa rivoluzione del largo consumo che sposta il suo baricentro dalle aziende verso le persone, a cui viene garantito l’accesso diretto alle informazioni che comprovano l’autenticità di quanto dichiarato, ad esempio in materia di origine, di freschezza, di qualità organolettiche ecc. L’eccellenza tecnologica del panorama italiano e internazionale si sta mobilitando per garantire l’accesso e la partecipazione dei consum-attori alle filiere più virtuose e digitalizzate. Potremo infatti guardare con i nostri occhi da dove vengono...
Il caso NED: progettazione sistemica per un display davvero sostenibile

Il caso NED: progettazione sistemica per un display davvero sostenibile

Uno dei primi progetti di innovazione sostenibile per il Retail presentati al GreenRetailForum&Expo ha preso il largo. Per approfondire il caso intervistiamo l’ing. Luca Stella del team di Eurodisplay Design in Progress, protagonista della prima applicazione instore del NeverEndingDisplay da parte del gruppo Heineken.   Il progetto NeverEndingDisplay che Eurodisplay aveva presentato l’anno scorso al GreenRetailForum&Expo in questi 12 mesi si è evoluto fino a diventare un modo di concepire e realizzare il display: quali sono i principi di base di questo approccio al design sostenibile?  Come giustamente sottolinei, il nostro progetto NED è il frutto di un’evoluzione che parte dal 2014 in quanto riflessione specifica sul tema del display riciclabile. In modo più preciso possiamo dire che il NED è il frutto del percorso di ricerca che il team di Eurodisplay ha seguito negli anni per arrivare ad una progettazione sistemica, ovvero capace di considerare a 360° tutte le funzioni e le relazioni che l’oggetto da disegnare porta in sé. Nel caso specifico del NED in prima battuta ci siamo concentrati sui materili sostenibili e sulla riciclabilità dei materiali avendo cura di non accopiarli irreversibilmente.Ma come tutti sanno, non basta prendere un materiale ecosostenibile per fare un progetto sostenibile. Così abbiamo analizzato i punti critici del sistema display, dalla produzione al punto vendita, abbiamo ampliato il quadro rilevando anche le esigenze dei merchandiser che raramente vengono inclusi nel processo progettuale e quindi ci siamo concentrati oltre che sulla riciclabilità e sostenibilità dei materiali anche sull’efficienza logistica che significa risparmiare parte della CO2 emessa nelle spedizioni e di conseguenza ridurre i costi di spedizione del display. Come funziona questo...
La sostenibilità può mettere in rete il retail

La sostenibilità può mettere in rete il retail

Per la prima volta la GDO prepara un piano di azione condiviso per valorizzare la trasparenza di filiera: una campagna nei punti vendita, uno strumento social e una legge di iniziativa popolare. Nel corso di questa V edizione il GreenRetailForum&Expo ha ospitato un evento che potrebbe rappresentare un primo esperimento di networking nel mondo della distribuzione organizzata e lascia intravedere un nuovo metodo di azione delle insegne nazionali: condivisione di intenti e di azione attorno ai temi importanti, ovvero quelli che mettono in gioco i diritti essenziali dei cittadini e la coerenza stessa del sistema del largo consumo, dal retail all’industria di marca. A prescindere dalle posizioni associative e di categoria, al di là e al di sopra degli interessi di lobby e parti politiche, sempre e comunque a difesa dei cittadini consumatori e della reputazione del retail. Il tema è quello della trasparenza di filiera che proprio nell’anno di Expo e del rilancio di un sano rapporto tra filiera agroalimentare, il territorio e i diritti dei cittadini, si trova ad essere minacciata da una normativa europea (1169/11) entrata in vigore a dicembre 2014 che ha aperto una falla nel sistema di informazione eliminando l’obbligo di indicare il luogo di produzione in etichetta. Invitati da Plef, NDB, e DistribuzioneModerna, i manager (Pugliese – Conad, Santambrogio -Vègè, Gasbarrino – Unes/U2, Graffione -Coralis) e gli imprenditori presenti (Casillo – Gruppo Casillo, Gulli – General Conserve/AsDoMar) hanno raccolto la sfida di fare un passo avanti rispetto alla petizione lanciata da Raffaele Brogna e già sottoscritta su ioleggoletichetta.it. Infatti, oltre a mantenere sui prodotti a marchio del distributore l’indicazione del luogo di produzione,...