Green Retail Forum & Expo: la nuova formula del 2014
Milano 26-27 Giugno 2014
GREEN RETAIL EVOLUTION | 10 anni di GreenRetail Forum
Il Green Retail Forum nasce nel 2011 con l’obiettivo di favorire il dialogo fra i protagonisti del largo consumo, distributori e produttori sul tema dell’evoluzione verso la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, per volontà di PLEF, e NDB Il marketing consapevole. L’intento è promuovere una trasformazione nell’accesso ai beni di consumo in grado di favorire l’adozione da parte dei cittadini nuovi stili di vita richiesti o attesi, potenzialmente più virtuosi per le persone, la comunità e l’ambiente.
Il Forum coinvolge la distribuzione, l’industria produttrice di merci, ma anche fornitori di servizi, impianti e imballi, media, istituzioni, enti ed associazioni e studiosi degli atteggiamenti e comportamenti dei destinatari dell’offerta…
La convinzione è che il momento ed il luogo della spesa sia il punto di incontro di tutte queste realtà. L’atto di acquisto esprime le preferenze con le motivazioni sottese che possono essere influenzate dalle scelte dei mix di offerta studiate dal distributore e/o dal produttore, influenzando la qualità della vita dei singoli, comunità e dell’ambiente interno ed esterno.
In questi 10 anni il Forum, destinato agli operatori disponibili ad un confronto sui problemi e ad una condivisione sulle opportunità, ha coinvolto più di 180 aziende partecipanti, circa 1500 presenze fisiche e virtuali di pubblico, circa 50 gruppi tra workshops e tavole rotonde e una quindicina di ricerche originali presentate.
Molteplici sono quindi i contenuti e le esperienze che oggi, dopo aver traguardato la decima edizione, ci permettono di fare una riflessione su un arco di tempo considerabile già come un anniversario e, fatto ancora più significativo, in un’epoca in cui gli argomenti collegati alle sorti dell’uomo sulla Terra e alla sua responsabilità in termini di impatti ambientali e sociali hanno avuto un’accelerazione straordinaria. E da questa assunzione nasce l’eBook “GreenRetail Evolution” si vuole ripercorrere il percorso fatto in questi dieci anni e il punto della situazione sulla sostenibilità nel largo consumo e nella distribuzione ad oggi.
Da quest’ultima edizione è emersa anche una proattività imprenditoriale dell’industria e distribuzione e dei fornitori verso obiettivi di resilienza alla situazione attuale e verso gli obiettivi 2030, resi ancora più ambiziosi in considerazione dell’arretramento registrato per l’emergenza in corso.
In questa situazione fare sistema sembra essere da tutti riconosciuto come scelta indispensabile su cui credere ed impegnarsi, ma al contempo non sembra facile soprattutto se non viene intesa solo come un’azione guidata da singoli leaders con le loro filiere, bensì come sistema trasversale tra settori filiere e dimensioni. E in questa direzione il network del GRF può cercare di diventare una comunità attiva per lo sviluppo se adotta il principio della generosità e della solidarietà al di sopra di singole policy.
NEVER ENDING DISPLAY è un progetto convalidato dal Politecnico di Torino e in grado di proporsi come protocollo utilizzabile per le imprese di prodotto, le aziende costruttrici e i distributori e per chi si occuperà in futuro del loro ripristino.
Il progetto, realizzato e promosso da Eurodisplay – una piccola impresa italiana specializzata in materiali di merchandising, ha già ottenuto track record importanti grazie all’esperienza condotta con successo con committenti multinazionali in diversi mercati.
Il fulcro del protocollo è “un’intelligenza condivisa”, una soluzione di sistema immaginato per l’interesse ed il vantaggio di tutti, dalla filiera all’ambiente esterno. L’Intento del GreenRetail Network è coinvolgere gli attori della filiera interessati, per poter affermare che l’obiettivo di azzerare i rifiuti generati dai materiali POP (Point of Purchase) possa essere raggiunto anche grazie al nostro supporto. La domanda quindi che vogliamo portare a tutti i partecipanti è: siete disponibili a esaminare questo progetto?
Osservatorio Sostenibilità
Cosa ci dicono le ricerche sulla Sostenibilità nel largo consumo vista attraverso il filtro della distribuzione? Che le cose si stanno muovendo, che il “gioco” è in mano al distributore, anche se il più preparato è il produttore, che il consumatore sembra voler pagare comunque lo stesso prezzo per un bene virtuoso come per quello non virtuoso, ma che sul packaging pretende più informazioni e in primis dalla marca del distributore.
Entrando nel dettaglio, la Desk Analisys di PLEF su dati Edizioni DM “L‘Osservatorio sull’evoluzione verso la sostenibilità nel largo consumo”, dimostra che negli ultimi otto anni (2011-2018), i produttori si confermano concentrati prioritariamente a ridurre l’impatto sull’ambiente, come i fornitori del retail, mentre i distributori sono prevalentemente sensibili alle tematiche di impatto sociale.
Se produttori e fornitori si attivano soprattutto su processi interni all’azienda, come interventi su impianti e strutture o le certificazioni, i retailer sembrano più interessati ad implementare attività rivolte all’esterno, attraverso meccanismi di cooperazione e operazioni filantropiche – es. il sostegno economico alla ricerca sanitaria o le collette alimentari.
Su quali tipologie di beni (lato produttori) si sta investendo con processi sostenibili?
Drogheria alimentare, bevande e cura delle persona sono le merceologie in cui si riscontra il maggior impegno, tuttavia è interessante notare l’attenzione sempre più crescente sui prodotti freschi, ad esempio salvaguardando il benessere animale, e in quelli refrigerati, grazie ad una logistica sempre più in grado di garantire soluzioni efficaci per la conservazione degli alimenti.
Rispetto agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, i più perseguiti sono: consumo e produzione responsabile (come prevedibile, visto l’ambito di analisi), lotta contro il cambiamento climatico, buona salute e sicurezza, mentre ben poco si sta facendo per parità di genere, pace e giustizia.
7 anni di Green Retail. Le ricerche
Nel corso della giornata di Forum sono state presentate 2 indagini sullo stato dell’arte della sostenibilità nella GD.
Si tratta di un’indagine quantitativa e retrospettiva, mirata a dare uno spaccato dell’evoluzione dell’approccio alla sostenibilità dei Retailer e dell’industria di marca.
Astarea_Che direzione prende la sostenibilità
Si tratta di un’indagine qualitativa svolta da Astarea, con interviste mirate ad alcuni dei principali Retailer nazionali.
Il lascito del GreenRetail
A conclusione dell’edizione 2017 del GreenRetail Forum. Facciamo una carrellata di sintesi degli interventi.
L’incontro è iniziato con la a presentazione della ricerca Astarea: 7 Anni di Green Retail Forum. A che punto è la Sostenibilità nella GD nazionale. In sintesi: le imprese della GD stanno passando da un concetto di responsabilità sociale ad un concetto più sistemico, che integra la sostenibilità in una logica di business quindi nei diversi aspetti della filiera. Naturalmente con stop&go che riguardano non solo le risorse disponibili, ma anche la maggiore o minore sensibilità dei diversi stakeholder e anche questioni di ordine burocratico frenanti.
Il filosofo Maurizio Mancuso ha sottolineato che la principale innovazione del momento, quella digitale, è paragonabile ad altre cesure degli ultimi secoli come la rivoluzione industriale, il declino della agricoltura, l’invenzione della stampa. Cambia la forma e la esperienza del mondo: siamo in un ambiente di “infosfera” che modifica il lavoro perchè l’informazione ne diventa la materia prima: si accresceranno opportunità di lavoro e nel lavoro la competizione si trasformerà in “coopetizione” che è il superamento della competizione e la fase evoluta della co-progettazione. In sintesi: se sostenibilità vuol dire sviluppo delle condizioni di vivibilità delle imprese e delle società, ecco allora che si può creare una sinergia tra innovazione e sostenibilità.
Se le tecnologie digitali modificheranno in positivo le forme del lavoro, questo vale anche per i luoghi e le modalità del lavoro. Francesca Andreoni di Altavia sottolinea la pervasività dello smartworking: non solo come conciliazione organizzativa, ma anche come facilitatore di creatività e di benessere tra le persone e tra persone e l’ azienda grazie all’incremento del benessere nel luogo del lavoro. Allo stesso modo, le tecnologie digitali permettono un’ inedita apertura dell’azienda al territorio e ai cittadini con la costruzione, ad esempio attivata da Altavia, di social tribe o di street food.
In particolare nel retail le nuove tecnologie offrono possibilità di geo-localizzazione attraverso cui rispondere al meglio alle esigenze dei consumatori. Giorgio Santambrogio di Vegè sottolinea come la tecnologia permetta di geo-localizzare un cliente vicino al punto vendita, di riconoscerlo e di procurargli un’ offerta personalizzata in relazione ai suoi acquisti passati. E dalla personalizzazione della offerta alla personalizzazione dei bisogni il passo è breve: la tecnologia permette di relazionarsi al cliente come persona e non gestire la persona come cliente. I negozi potrebbero così trasformarsi in punti di incontro o punti di educazione piuttosto che punti vendita.
Il packaging è l’elemento più visibile della offerta del retail ma paradossalmente sembra che in quest’area le innovazioni tecnologiche possano sposarsi con la sostenibilità meno che in altri campi. Carlo Aliverti di Break ci dice che la cultura del risparmio a cui ci ha abituato la crisi, nonostante il cambiamento in positivo, guida sempre molto le scelte sia delle imprese sia dei consumatori.
Come anche da altre testimonianze, si è consapevoli che raramente il consumatore spende di più per un prodotto sostenibile; al tempo stesso le imprese tendono a privilegiare altri aspetti come ad esempio un pack di impatto rispetto ai valori di sostenibilità. Nonostante l’impegno dell’agenzia nel promuovere questi valori . proprio nell’area del pack la capacità di incidere sul Cliente è molto debole, anche a causa della oggettiva difficoltà di intervento sul processo produttivo come ad esempio il rifacimento degli stampi. Se 20 anni fa avevamo 3 o 4 progetti l’anno per progettare forme nuove mentre ora se ce ne è uno, è tanto.
Giocoforza parlando di Sostenibilità il tema della raccolta differenziata e del riciclo assume una valenza chiave.
Secondo Walter Facciotto del Conai negli ultimi 20 anni in Italia molto è cambiato nella utilizzazione di imballaggi sostenibili e nelle pratiche di riciclo. L’Italia si colloca in una ottima situazione a livello internazionale con un riciclo del 67% degli imballaggi.
Di là dal fare, la prevenzione si dimostra elemento fondamentale. Conai si pone il compito di aiutare le imprese a utilizzare “a monte” imballaggi ecosostenibili, quindi più’ facilmente riciclabili, anche attraverso lo sviluppo di strumenti formativi per le PMI oltre che l’ organizzazione di bandi .con la funzione di valorizzare le best practices oltre che di stimolare comportamenti imitativi.
Passando al prodotto, Andrea Negro di Carlsberg ha ricordato l’introduzione, da qualche anno, per l’horeca di una grande innovazione, e cioè’ la sostituzione dei fusti in acciaio al fusto riciclabile Pet, che permette di risparmiare C02 ma che garantisce anche la durata della freschezza del prodotto da due giorni a due mesi. Dall’esperimento pilota in Italia si è passati alla estensione in 11 paesi. In progress, un progetto molto ambizioso: la sostituzione delle bottiglie in vetro alla fibra di legno. Di là dalla portata rivoluzionaria e dal suo fascino, si pongono non pochi problemi in primo luogo di marketing, dato che l’orientamento al mass market potrebbe garantire i volumi, mentre gli alcolici e i superalcolici garantiscono il valore anche se in questo caso si dubita di una risposta positiva da parte del mercato. Naturalmente su questi movimenti innovativi pesano i benefici fiscali della UE che sta lavorando anche se non pare si possano ottenere risultati prima del 2020. Parlando di imballi e in specifico di quelli secondari FAUSTO PONZI della FORPAC ,costruttrice di impianti per le linee di imballaggio , presenta la novità di una linea di shrinkatura senza la termoretrazione ovvero sena il forno evitando botte di calore al prodotto che ne può essere sensibile e abbattendo i consumi energetici come della plastica necessaria con vantaggi evidenti sull’ambiente , sulla qualità e sui costi dell’impresa che dovrà si valutare il cambio degli impianti ma con pay back basati solo sul risparmio dei costi molto rapidi.
La questione del riciclo è uno dei fattori di Sostenibilità su cui il retail è più sensibile – commenta Rossella Brenna di Unes. Le iniziative riguardano innanzitutto l’interno azienda, in particolare i materiali della logistica come cartone e legno. In Unes sono stati abolito volantini ed altre comunicazioni cartacee con un risparmio di circa 400 tonnellate di carta. L’innovazione più significativa: “acqua km0”, grazie ad un imprenditore partner che ha investito 1ml mi di euro per ridurre drasticamente l’involucro del pack di 6 bottiglie di acqua.
Si cerca inoltre di coinvolgere anche il cliente in un’opera di sensibilizzazione sulle modalità di smaltimento degli imballaggi, ad esempio grazie a macchine per il riciclo delle bottiglie di plastica installate nei pdv – per ogni bottiglia riportata si remunera il consumatore. La risposta non pare comunque ottimale: le stime di Unes assumono infatti circa un 15% di consumatori effettivamente sensibili al tema della Sostenibilità.
In Unes si sta lavorando inoltre a progetti molto ambiziosi, fra cui il recupero dell’olio dele conserve ittiche , apparentemente un falso problema, mentre con implicazioni molto pensanti sull’inquinamento. S pongono peraltro molti problemi anche burocratici che rallentano queste iniziative – anche qualche possibilità pare si stia aprendo.
La logistica è una delle problematiche chiave della sostenibilità perchè implica la movimentazione di enormi quantità di materiali e ingombro delle infrastrutture, dai sistemi di viabilità’ ai magazzini. Il gruppo Bonfante ha ideato una piattaforma che consente la razionalizzazione dei flussi del fine vita soprattutto lavorando in termini local/global: raccolta capillare a livello locale e rigenerazione/riciclo dei rifiuti mirando ai mercati internazionali. Si tratta di una esperienza all’avanguardia dato che tratta volumi nella media europea, mentre gli altri operatori del settore si attestano a quantitativi molto più’ limitati.
Una delle sfide della raccolta differenziata consiste inoltre nella ricezione di materiale pronto per il riciclo, cosa che avviene molto raramente. Nel mercato, si spende molto per avere materiale non idoneo – e per questo Bonfante sta lavorando su un tipo di impiantistica abilitata alla selezione intelligente in cui l’industria italiana è all’avanguardia .
E comunque – della serie “il re è’ nudo” – dice Fabio Capocaccia di SOS Logistica, promotori di uno standar di sostenibilità logistica da apporre in etichetta, , di là da tutto il più elementare sistema di supporto allo smaltimento dei rifiuti sarebbe una informazione chiara ed esaustiva sulle confezioni dei prodotti delle modalità di smaltimento: un modo per facilitare a monte il consumatore e di acquisire a valle rifiuti meglio allocati
Il trasporto delle merci è’ uno degli ambiti infrastrutturali più’ arretrati in Italia, causa soprattutto la persistente diffusione del trasporto su gomma.
Paolo Fregosi di GS1 Italy sottolinea l’estrema rilevanza della ottimizzazione della logistica nell’ambito della filiera commerciale, con numerosi progetti che vanno dalle leve di saturazione dei carichi ai trasporti intermodali capaci di facilitare il trasporto su ferro per lo meno fino all’ultimo miglio dove la strada diventa gioco sine qua non per arrivare a destinazione o all’interporto.
Sempre in tema, Andrea Mantelli di Conad ricorda l’impegno aziendale, in particolare riguardo un’ iniziativa di ridisegno dei flussi distributivi con la possibilità di creare hub di aggregazione in modo da saturare i mezzi sia in entrata che in uscita, anche attraverso una mappatura di percorsi e tempi di percorrimento.
Nella medesima logica si muove Mercaroen produttore di una piattaforma intelligente che- come dice Andrea Girolimon – mette a disposizione di ogni fornitore un marketplace che consente di gestire le partenze dagli stabilimenti e l’arrivo a destinazione dove i mezzi vengono accolti senza perdite di tempo (in coda, per esempio). In questo modo la piattaforma web mette in comunicazione il distributore, l’operatore della logistica e il produttore in una logica win-to-win che trova alla sua base sia la geo-localizzazione ma soprattutto la condivisione delle informazioni, il vero asset di questo sistema in quanto consente uno sguardo e un monitoraggio a 360°.
Cose da fare , alla fine? Riduzione delle emissioni con intervento sulla logistica e sul trasporto,miglioramento della gestione energetica dai gas ai rifiuti anche se il fotovoltaico ha già dato molto, focus anche sul “retro della consegna” che finora è stato solo in parte valorizzato, attivazione di iniziative sistemiche, che cioè’ aumentino la collaborazione tra le aziende.
Non è immediato pensare ala relazione tra monetica e sostenibilità. Eppure esperienze recenti la dimostrano: ad esempio, il sistema di pagamento Satispay di cui ha parlato Andrea Allara, che permette di saldare il conto nell punto vendita attraverso lo smartphone consentendo vantaggi a livello sia funzionale sia simbolico. A livello simbolico si attiva una sorta di “gamification” dell’esperienza del pagamento che notoriamente non assume connotazioni particolarmente positive. Ma ancor di più i vantaggi si esprimono a livello funzionale, con la diminuzione dei costi di trasporto, una maggiore sicurezza, risparmio di tempo – peraltro, tutte componenti affine al concetto di smaterializzazione come si sa molto sintonico con le teorie e le pratiche intorno alla Sostenibilità.
Coop Lombardia, nell’ ambito del Supermercato del futuro in atto alla Bicocca di Milano ha sperimento il sistema Satispay racconta Paolo Tombolato – che pare abbia ottenuto un buon successo, paradossalmente presso quelle fasce della popolazione non particolarmente sensibili, Nè abituate, ai sistemi di pagamento elettronico. Naturalmente si tratta di passaggi che devono essere gestiti in maniera soft, ivi compreso l’approccio con gli operatori di cassa probabilmente non molto sono favorevoli a cambiamenti di modalità di pagamento repentine e diverse da quelle consuete.
La necessità di un inserimento progressivo di questi cambiamenti nei sistemi è ampiamente confermato da Alfredo Ghilarduzzi del Gruppo Vegè, che ricorda il pesante ruolo giocato dal contante nelle transazioni commerciali in Italia (70%, in sintonia con la fonte Deloitte), soprattutto al Sud, e soprattutto nel caso delle catene di piccoli imprenditori come Vegè dove lo scontrino è molto basso a fronte di una intensa frequentazione del punto vendita. E anche in questo caso si rimarca che lo smartphone – molto più penetrato nelle famiglie rispetto alle carte di credito – potrebbe forse con più efficacia sostenere il “salto” alla (progressiva) abolizione del contante.
Il concetto trova ovviamente un acceso sostenitore in VISA. Davide Steffanini ricorda che oggi i consumatori attraverso le carte di pagamento possono acquisire vantaggi molto superiori a quelli del contante, sollecitando quindi le catene della Distribuzione a farsi parte attiva in questo cambiamento seguendo l’esempio di Tesco che, addirittura, sta abolendo il contante come forma di pagamento. Il tutto molto lontano dagli esercenti italiani aggiunge Allara, che attualmente dei sistemi non cartacei percepiscono un costo piuttosto che un servizio anche se sistemi come quello di SIXTH CONTINENT presentato dal suo ideatore FABRIZIO POLITI realizza addiritura un reearding economico per ogni aderente alla rete in ogni suo acquisto se effettuato con imprese altrettanto aderenti che spartiscono il margine in questo menber get member digitale
Molto fermento nel territorio dell’ Instore, che di là dalla fisicità dell’ambiente, sempre di più diventa un luogo privilegiato di relazione con prodotto e marca, dove occorre costruire la shopping experience sempre più empatica – secondo quando afferma Anna Casani di Altavia: dallo sconto di Reebock a chi esercita più attività fisica, all’uso di nuovi materiali come legno, bambu sughero, lana, alghe.
Secondo Marco Zanardi di Realtà Group, l’Italia rappresenta in Europa uno dei punti di eccellenza anche se le cose da fare sono molte, trasversalmente alla tecnologia, al design, ai servizi – a cominciare dai materiali su cui occorre operare affinchè finiscano la loro vita (magari per iniziarne una nuova) nel posto giusto. A questa prospettiva EURODISPLAY come riferisce ANDREA TEMPESTA dedica da tempo la sua ricerca e sviluppo per proporre il primo disciplinare del riciclo sul materiale cartotecnico e non solo e oggi il progetto definito NEVER ENDING DISPLAY è pronto per essere lanciato sul mercato .
Peraltro, in questo momento è in atto un profondo riposizionamento del punto vendita, come sottolinea Giancarlo Bonzi di CEFLA, a partire dalla multifunzionalità, con la necessità di strutture modulari, pronte ad essere piegate da una funzione all’altra e di una nuova inventività per ospitare un’ offerta prima inesistente, cercando di rispondere ai desideri dei consumatori. Esempi: dal mix di legno e acciaio, al verde in farmacia, agli espositori per la crescita indoor di sistemi vegetativi in idrocotura , superfood di qualità superiore ai consueti ortaggi, con una forte carica di vitamine ed un valore sociale in quanto aiutano a ridurre la quantità’ di sale e un indubbia valenza di KM0
In conclusione, gli organizzatori del Convegno, sollecitati anche dalle nuove iniziative di VOTO COL PORTAFOGLIO promosse da Valentino Bobbio per NEXT che ha presentato la nuova piattaforma EYE ON BUY in corso di introduzione in Italia per valorizzare da parte dei cittadini le imprese virtuose, hanno proposto affermazioni un po’ challneging rispetto ai diversi contenuti.
Emanuele Plata, Presidente Plef, suggerisce cautela critica sulle potenzialità delle nuove tecnologie digitali come portatrici di energie e sviluppi progressivi, a fronte di usi infausti dei social e anche al rischio di una caduta critica delle abitudini di consumo (soprattutto considerando i nuovi sistemi di pagamento digitali).
Paolo Mamo, CEO Altavia, ipotizza, quale migliore evoluzione del rapporto tra retail e sostenibilità, l’abolizione della espressione di “punto vendita” per passare ad un concetto di retail che sia liberato dalle connotazioni di manipolazione, margine, passività – Là dove il digitale può conferire un grande aiuto alle pratiche di sostenibilità smascherando il marketing (e anche la vendita) manipolatoria.
Per entrambi, comunque, il concetto link chiave, tra innovazione e sostenibilità è quello di processo: nessuna innovazione può definirsi o supportare lo sviluppo sostenibile se non si inserisce in filiere dove la sostenibilità viene integrata in ogni fase del processo a partire dalla progettazione di cui l’italia , ha ricordato Carmelo di Bartolo, è all’avanguardia.
Innovazione nella logistica
I trasporti sono da sempre l’etichetta di una civiltà. La nostra, quella del ventesimo secolo, si è qualificata col trasporto su gomma di persone e cose.
La motorizzazione su larga scala è stato un volano di crescita in tutti i paesi. Oggi sappiamo che per il suo consumo di energia fossile è tra i principali fattori di inquinamento, come emissioni in atmosfera.
Il mondo si sta preparando ad un salto di civiltà per passare dal fossile al rinnovabile, ma non solo. Si prepara anche a passare dalla proprietà alla condivisione dei mezzi di trasporto. Se per le persone la questione è costo-status- responsabilità, ovvero modello di vita, per le imprese di trasporto è una questione di modello di attività. Si tratta infatti di capire come convertire la flotta di mezzi, come qualificare l’offerta di servizi, come configurare le competenze competitive. Si tratta in altro modo di agire in rete tra mezzi diversi, con rapporti negoziati con la clientela su basi diverse, con una capacità finanziaria che recuperi efficienza nei tempi persi e che rispetti i diritti dei lavoratori, con procedure trasparenti e di sicurezza, con una flessibilità per i servizi urbani ed extraurbani, con piattaforme multi soggetto per i transiti di arrivi e destinazioni, con la gestione di una complessità di grandi dati che oggi la tecnologia rende possibile. L’urgenza è dettata dal cambiamento climatico e come primo momento si identifica nella riduzione/eliminazione di sussidi non più concedibili
Innovazione nei Sistemi di pagamento
L’eliminazione del contante viene proposta come evidenza di modernità, risparmio di materiale, trasparenza nelle transazioni, sicurezza rispetto ai furti, semplificazione tra domanda ed offerta. L’Italia, pur essendo a penetrazione leader negli smartphone, è ancora molto indietro rispetto ai paragoni occidentali sulle carte di credito, sulla dotazione di punti vendita attrezzati con POS e sui sistemi di pagamento automatico.
Perché questo? Cosa insegnano le innovazioni maggiormente di successo, l’età della cittadinanza, la fiducia verso i fornitori di credito, la dimestichezza con soluzioni ICT?
Di questo si discuterà, considerando anche l’ondata alternativa dei pagamenti in regime di scambio, la penetrazione di carta moneta di comunità, l’uso del pagamento come contestuale donazione o riconoscimento di fedeltà o virtù anche in questo caso mixando tecnologia e creatività.
Innovazione negli impianti InStore
Qualsiasi punto vendita diverso per location, dimensione e posizionamento competitivo, si qualifica anche per come si attrezza nel layout, negli scaffali, nei sistemi di pesatura o di cassa, nelle luci, negli infissi, nel condizionamento, nei banchi frigo…Ovvero su tutto ciò che stabilmente e strutturalmente serve alla gestione del servizio per cui è stato pensato.
Il punto vendita si qualifica anche, e forse con maggiore apparenza, per le modalità espositive dentro e fuori banco nell’uso di strutture promozionali temporanee negli interni o in vetrina, con azioni dirette al pubblico, virtuali o puramente pubblicitarie.
Tutto ciò può generare inefficienza energetica, inquinamento di rumore, affollamento, scarti, perdite sfruttamento del lavoro o …può trasformarsi in elementi positivi.
Oggi l’internet delle cose, la selezione di materiali compatibili e riciclabili, l’attenzione ai contratti di lavoro, la misurazione delle condizioni ambientali e di conservazione delle merci, possono fare la differenza di attrazione, qualità e soddisfazione del pubblico, meglio di burocratiche procedure prescrittive e autorizzative.
In questo senso il futuro mostrato ad EXPO 2015 può essere riesaminato proprio secondo i criteri di effetto ed Utilità!
Innovazione nel packaging
Tutte le analisi sulla sostenibilità nel Retail evidenziano la rilevanza degli imballi. Di fatto dalla nascita del libero servizio, l’imballo per l’acquisto diretto ha costituito un punto chiave per la visibilità, la funzionalità, la sicurezza, l’esposizione e il trasporto.
L’enfasi sul packaging ha fatto sì che molte innovazioni nelle merci offerte nel Largo Consumo, siano Packaging diversified, multi pack, banded pack, cluster, on pack gift etc.
La sensibilità allo spreco di materiale d’imballo, a partire dalla legge Ronchi del 1997, ha portato alla nascita di consorzi di riciclo per favorire la non dispersione del materiale dopo l’uso, attraverso la raccolta e la rigenerazione.
Vetro, alluminio, carta /cartone, plastica, legno sono oggi tutti governati da modelli consortili, anche di leadership europea. L’aumento della popolazione e dei nuclei familiari piccoli se non singoli, l’aumento dell’offerta da produzioni lontane, come l’aumento della valenza emotiva e del segmento Premium, fa sì che all’origine aumenti l’offerta di packaging
Che fare? L’Italia, leader negli impianti di imballaggio specie per l’alimentare, sicuramente sa cosa proporre e ne ha le competenze.
È necessario che impiantistica, produzione e distribuzione dialoghino e, a partire dal disegno del prodotto, si concepisca il suo fine vita per semplificare il più possibile.
Di come ridurre gli scarti, consumare meno materiale ed energia…Queste le tematiche di cui parleremo con un panel di esperti, stimolati anche dall’emergere dell’economia circolare il cui scopo ultimo è riutilizzare tutto e azzerare gli scarti.
Innovazione utile per la sostenibilità nel Retail
Parlare di innovazione come parola d’ordine per il fattore competitivo è scontato. Realizzare Innovazione in maniera coerente e funzionale col posizionamento d’impresa, non lo è.
Oggi, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile, il posizionamento mirato al rispetto dei vincoli di sostenibilità ambientale, sociale ed economica richiede alle imprese di considerare oltre al target della propria offerta, tutti i portatori d’interesse che contribuiscono a rappresentare le esternalità prodotte e ricevute dall’impresa.
Proporre l’adozione di soluzioni innovative con valutazioni non sistemiche ma parziali, scelte per i risultati piuttosto che per gli effetti, non contribuisce al fondamentale cambio di paradigma, oggi identificato nella ricerca di valori e benesseri durevoli, e i committenti della ricerca ovunque siano, ne devono essere consapevoli.
Il mondo del Retail, trainante negli stili di vita e di consumo, è una committenza chiave nei progetti di sviluppo per la sua capacità far penetrare nelle abitudini e negli usi comuni nuove pratiche, strumenti, offerte e servizi, a volte in funzione delle proprie competenze, altre grazie all’influenza che esercita sui propri fornitori, ovvero sul mondo della produzione.
Il GreenRetail Forum 2017 è dedicato a queste riflessioni con dibattiti, condivisioni e dissensi tra operatori ed accademici.
Si partirà inquadrando, nell’orizzonte del terzo millennio, quanto nel pensiero innovativo ci sia di tecnologia e/o creatività, comprendendo come la combinazione di questi elementi si possa riverbare sull’offerta di beni e servizi e come incida sulle organizzazioni e persone che questi beni e servizi offrono o utilizzano.
Si tratta di capire, senza forzature ideologiche, quale tipo di effetti si potranno avere per il futuro.
L’agenda ONU 2030 fissa le priorità di tutti, cercheremo di capire nel contesto della distribuzione al dettaglio, parte della comunità del largo consumo, quali iniziative scegliere e quali innovazioni adottare.
Come focus affronteremo nelle tavole rotonde i temi del packaging, della logistica, dei sistemi di pagamento e degli impianti in store, con un tentativo di valutazione organica da mettere a disposizione di tutti .
Al via la VI edizione dell’unica Vetrina della Sostenibilità nel Retail – GreenRetailForum&Expo 2016
Milano – Al via la sesta edizione del Green Retail Forum&Expo, in programma giovedì 22 settembre alla Fabbrica del Vapore di Milano.
L’edizione 2016, organizzata da Plef e NDB Marketing Consapevole in collaborazione con Distribuzione Moderna, FutureFoodInstitute, FairTrade, e Istituto Italiano Imballaggio, affronta il tema della trasparenza per un consumo consapevole, invitando al confronto Retail, Industria, Istituzioni e Società Civile.
Il dibattito sulla trasparenza era già stato avviato nella scorsa edizione, con l’iniziativa #prodotto_dove, sviluppatasi poi con l’approvazione in aprile 2015 della legge che avvia la reintroduzione dell’obbligo di inserire lo stabilimento di produzione in etichetta.
Se lo stabilimento di produzione in etichetta è già realtà, il percorso verso la trasparenza per dare la possibilità di conoscere integralmente la composizione e la filiera di produzione dei prodotti che abitualmente consumiamo è ancora lungo.
La trasparenza non è un altro nome della sostenibilità, ma condizione necessaria per dare sostenibilità ai consumi, orientandoli verso scelte consapevoli e vicine agli interessi collettivi, dei consumattori, dei produttori e dei retailer responsabili.
Dopo EXPO2015 e la firma della Carta di Milano, cosa è cambiato nella coscienza dei consum-attori e nelle priorità del sistema produttivo e distributivo? Il cibo e i consumi quotidiani hanno conquistato una dimensione di senso in cui al centro c’è la ricerca del benessere delle persone e dell’ecosistema? Quale ruolo per il canale distributivo in questo scenario in cambiamento?
Al GreenRetail Forum&Expo 2016, interverranno molteplici voci di retailer, industria e stakeholder, che porteranno le loro testimonianze ed esperienze verso l’innovazione sostenibile supportata dalla trasparenza.
Numerosi gli appuntamenti in programma: il dialogo sarò ospitato dai Forum che mettono a confronto i diversi attori sul loro ruolo e sulle azioni da condurre verso una maggiore attenzione al tema.
Nella Vetrina della Trasparenza, Retailer e Industria porteranno casi concreti e replicabili.
Si va dai CashMob Etici condotti da Coop Lombardia, in collaborazione con NeXt e PLEF per sensibilizzare i cittadini a un consumo responsabile. Si parla delle esperienze di Unes/U2 con gli snack ipocalorici in avancasse, Etichètto l’iniziativa di Coralis, i beacon per la trasparenza di CheckBonus in 300 punti vendita Vègè. Fra le innovazioni sostenibili c’è lo scaffale intelligente del gruppo Cefla, flessibile e dotato di beacon che parlano allo smartphone, informando il consumatore sui prodotti in tempo reale.
Non mancheranno poi testimonianze internazionali, come quella di Midiadia che con Carrefour Spagna ha sperimentato un’etichetta nutrizionale intelligente, e la voce di BordBia, l’organo del Governo Irlandese deputato allo sviluppo sostenibile.
Nei workshop di approfondimento, si spazia dal tema della “Trasparenza del Made in Italy: quanto è trasparente il made in Italy?”, che vede Francesco Cancellato, direttore de Linkiesta, stimolare un dibattito sulla effettiva trasparenza e tutela del consumatore da parte del sistema produttivo italiano. Al FutureFoodInstitute, una delle organizzazioni più attive a livello nazionale e internazionale nel portare innovazione e sostenibilità nel mondo del cibo, il compito di portare a confronto e alla ribalta il ruolo dell’innovazione tecnologia nel portare trasparenza nelle filiere.
Nelle conclusioni finali affidate alla moderazione di Anna Maria Catano, sul tema “Presente e futuro della trasparenza nel trading italiano e mondiale”, si affronteranno i temi del TTIP e delle minacce alla trasparenza che questo comporta.
La compagine di questa edizione è più ricca, con la partnership tecnica dell’Istituto Italiano Imballaggio, per il mondo del packaging; alla consolidata collaborazione con la testata online Distribuzione Moderna, si aggiunge la media partnership di LargoConsumo, del sito specialistico GreatItalianFoodTrade e de Linkiesta.
A sostenere questa edizione abbiamo anche il Gruppo Sofidel, che considera la sostenibilità fondamentale per una crescita socialmente e ambientalmente responsabile. Riccardo Balducci – Corporate Environmental Manager – sottolinea infatti che “per Sofidel la trasparenza è un approccio strategico da 50 anni, non solo nel rapporto con il consumatore finale ma anche nella relazione con gli altri stakeholder, al fine di costruire partnership durature basate sulla fiducia e la collaborazione.”
Il Green Retail Forum &Expo 2016 è un evento realizzato con il Patrocinio della Commissione Europea, Regione Lombardia e Comune di Milano, e con il sostegno di BordBia, Sofidel, Cefla e Gruppo Benfante.
Registrati su: www.greenretailexpo.it/registrazione
IL FORUM: Verde, + Verde, Verdissimo
Come nelle scorse edizioni sotto questa matrice si confronteranno tutte le tipologie di distribuzione e le forme innovative di accesso ai beni di consumo, per contaminare le visioni e le strategie, per promuovere l’efficienza di sistema attraverso l’innovazione sostenibile e stimolare nuove progettualità in cui siano coinvolti tutti gli stakeholder.
L’EXPO:la novità del 2014
Per facilitare la comprensione e la concretezza del dialogo tra sostenibilità e distribuzione, per la prima volta abbiamo allestito uno spazio espositivo, agile e flessibile, integrato nell’arena del Forum nella cornice dei suggestivi locali della Cattedrale, l’edificio principale della Fabbrica del Vapore. continua a leggere
IL NETWORK: dove la distribuzione incontra gli stakeholder
Con lo stesso obiettivo di favorire l’incontro tra l’innovazione sostenibile e la distribuzione dei beni di consumo, il Network propone una importante novità: un calendario di incontri 1 to 1 nel pomeriggio del 27 giugno, tra i referenti della distribuzione organizzata, specializzata e di ogni altra formula, con tutti gli stakeholder. Associazioni, istituzioni, aziende e professionisti potranno richiedere la disponibilità all’incontro ai singoli referenti secondo un elenco delle insegne partecipanti che pubblicheremo almeno 30 giorni prima dell’evento. Ciascun referente metterà a disposizione 6 slot di 20 minuti: gli accoppiamenti e gli incastri liberamente scelti dalle due parti daranno forma al calendario di appuntamenti pomeridiano.