I modelli e la sostenibilità

I modelli e la sostenibilità

Le imprese adottano secondo il background e la visione degli imprenditori e del board management dei modelli, tanto che nel linguaggio tecnico si parla “obbligatoriamente” di Modello di Attività.  Ma i tempi cambiano, le priorità non sono più le stesse e soprattutto i bisogni su cui le imprese si sono impegnate non si esprimono più allo stesso modo. I modelli attivati diventano obsoleti, se non dannosi e quando si capisce l’urgenza di cambiarli ci si scontra con l’abitudine, la sicurezza e il costo che tendono ad impedire le rivisitazioni se non l’innovazione. In questa fase storica la consapevolezza dei vincoli di sostenibilità ambientale, sociale ed economica rende urgente ragionare su ciò che è utile e ciò che non lo è più. Il Green Retail Forum ha preso tre temi su cui la pratica e la letteratura hanno parlato di modelli su cui si pongono delle domande: La Marca o meglio il brand con le sue valenze di attrattività, empatia notorietà rappresenta ancora uno status symbol è testimonianza di stili di consumo non più appropriati; la marca privata (PAM) esprime effettivamente una responsabilità più riconoscibile da parte del pubblico; il territorio dopo le esperienze delle DOP, IGP e DOC può diventare simbolo di orgoglio locale e consapevolezza del bene comune? Il Ciclo di vita che, nella generazione tra gli anni ’70-’90, si è qualificato con l’introduzione del “Best Before” identificando positivamente la responsabilità del produttore anche fuori dai cancelli della fabbrica – ovvero dalla culla alla morte – ha ancora senso? Il rischio che abbia portato a politiche di obsolescenza programmata e ad effetti di scarti e sprechi è effettivo?...