Il supermercato del futuro all’EXPO: sarà sostenibile o solo iper-tecnologico?

Il supermercato del futuro all’EXPO: sarà sostenibile o solo iper-tecnologico?

In questi giorni tutti i giornali di settore, per primo il nostro partner DistribuzioneModerna, titolano sul supermercato del futuro che Coop sta per aprire all’EXPO di Milano. Il progetto è davvero affascinante e già qualche tempo fa Carlo Ratti ne aveva svelato le componenti tecnologiche più interessanti e innovative. Ma la domanda che ci vogliamo porre in questo contesto è: se questo è il futuro del retail che ruolo svolge il tema della sostenibilità in questo scenario? Proviamo ad analizzarne gli aspetti chiave. Prima di tutto, in questo scenario è evidente che si conferma la centralità del punto vendita. Sarebbe stato paradossale il contrario certo. Ma non è scontato affermare che non staremo a casa a fare la spesa con Amazon Dash o con lo smartphone, bensì avremo voglia di uscire e andare al supermercato. La motivazione implicita per uscire di casa riposa evidentemente nell’esperienza d’acquisto: nel supermercato del futuro sarà così affascinante che non potremo resisterle. E non solo o non tanto per gli effetti speciali di cui all’Expo avremo un’anteprima, ma soprattutto perché i cibi verranno raccontati in tutta la loro filiera, storia, territorialità e aspetti umani e relazionali. Raccontare è sostenibile perché agevola una scelta consapevole. Come è emerso più volte sin dalla prima edizione del nostro GreenRetailForum, c’è un intrinseco valore trasformativo nel raccontare le cose come stanno rispetto ai cibi che compriamo, perché oggi il cittadino si informa, partecipa, si fa sentire e chiede più sostenibilità -ovvero più trasparenza, qualità, rispetto dei diritti – di quanto i retailer siano in grado di offrire (vedi ricerca B2Axioma del 2014 qui). 
Ma c’è di più. Avete...