Il lascito del GreenRetail

Il lascito del GreenRetail

A conclusione dell’edizione 2017 del GreenRetail Forum. Facciamo una carrellata di sintesi degli interventi.

L’incontro è iniziato con la a presentazione della ricerca Astarea: 7 Anni di Green Retail Forum. A che punto è la Sostenibilità nella GD nazionale. In sintesi: le imprese della GD stanno passando da un concetto di responsabilità sociale ad un concetto più sistemico, che integra la sostenibilità in una logica di business quindi nei diversi aspetti della filiera. Naturalmente con stop&go che riguardano non solo le risorse disponibili, ma anche la maggiore o minore sensibilità dei diversi stakeholder e anche questioni di ordine burocratico frenanti.

Il filosofo Maurizio Mancuso ha sottolineato che la principale innovazione del momento, quella digitale, è paragonabile ad altre cesure degli ultimi secoli come la rivoluzione industriale, il declino della agricoltura, l’invenzione della stampa.  Cambia la forma e la esperienza del mondo: siamo in un ambiente di “infosfera”  che modifica il lavoro perchè l’informazione ne diventa la materia prima: si accresceranno opportunità di lavoro e nel lavoro la competizione si trasformerà in  “coopetizione” che è il superamento della competizione e la fase evoluta della  co-progettazione. In sintesi:  se sostenibilità vuol dire sviluppo delle condizioni di vivibilità delle imprese e delle società, ecco allora che si può creare una sinergia tra innovazione e sostenibilità.

Se le tecnologie digitali modificheranno in positivo le forme del lavoro, questo vale anche per i luoghi e le modalità del lavoro. Francesca Andreoni di Altavia sottolinea la pervasività dello smartworking: non solo come conciliazione organizzativa, ma anche come facilitatore di creatività e di benessere tra le persone e tra persone e l’ azienda grazie all’incremento del benessere nel luogo del lavoro. Allo stesso modo, le tecnologie digitali permettono un’ inedita apertura dell’azienda al territorio e ai cittadini con la costruzione, ad esempio attivata da Altavia, di social tribe o di street food.

In particolare nel retail le nuove tecnologie offrono possibilità di geo-localizzazione attraverso cui rispondere al meglio alle esigenze dei consumatori. Giorgio Santambrogio di Vegè sottolinea come la tecnologia permetta di geo-localizzare un cliente vicino al punto vendita, di riconoscerlo e di procurargli un’ offerta personalizzata in relazione ai suoi acquisti passati. E dalla personalizzazione della offerta alla personalizzazione dei bisogni il passo è breve: la tecnologia permette di relazionarsi al cliente come persona e non gestire la persona come cliente. I negozi potrebbero così trasformarsi in punti di incontro o punti di educazione piuttosto che punti vendita.

Il packaging è l’elemento più visibile della offerta del retail ma paradossalmente sembra che in quest’area le innovazioni tecnologiche possano sposarsi con la sostenibilità meno che in altri campi. Carlo Aliverti di Break ci dice che la cultura del risparmio a cui ci ha abituato la crisi, nonostante il cambiamento in positivo, guida sempre molto le scelte sia delle imprese sia dei consumatori.

Come anche da altre testimonianze, si è consapevoli che raramente il consumatore spende di più per un prodotto sostenibile; al tempo stesso le imprese tendono a privilegiare altri aspetti come ad esempio un pack di impatto rispetto ai valori di sostenibilità. Nonostante l’impegno dell’agenzia nel promuovere questi valori . proprio nell’area del  pack la capacità di incidere sul Cliente è molto debole, anche a causa della oggettiva difficoltà di intervento sul processo produttivo come  ad esempio il rifacimento degli stampi. Se 20 anni fa avevamo 3 o 4 progetti l’anno per progettare forme nuove mentre ora se ce ne è uno, è tanto.

Giocoforza parlando di Sostenibilità il tema della raccolta differenziata e del riciclo assume una valenza chiave.

Secondo Walter Facciotto del Conai negli ultimi 20 anni in Italia molto è cambiato nella utilizzazione di imballaggi sostenibili e nelle pratiche di riciclo. L’Italia si colloca in una ottima situazione a livello internazionale con un riciclo del 67% degli imballaggi.

Di là dal fare, la  prevenzione si dimostra  elemento fondamentale.  Conai si pone il compito di  aiutare le imprese a utilizzare “a monte”  imballaggi ecosostenibili, quindi più’ facilmente riciclabili, anche attraverso lo sviluppo di strumenti formativi per le PMI oltre che l’ organizzazione di bandi .con la funzione di valorizzare le best practices oltre che di stimolare comportamenti imitativi.

Passando al prodotto, Andrea Negro di Carlsberg ha ricordato l’introduzione, da qualche anno,  per l’horeca di una grande innovazione,  e cioè’ la sostituzione dei fusti in acciaio al fusto riciclabile Pet, che permette di risparmiare C02 ma che garantisce anche la durata della freschezza del prodotto da due giorni a due mesi. Dall’esperimento pilota in Italia si è passati alla estensione in 11 paesi.  In progress, un progetto molto ambizioso:  la sostituzione delle bottiglie in vetro alla fibra di legno. Di là dalla portata rivoluzionaria e dal suo fascino, si pongono non pochi problemi in primo luogo di marketing, dato che l’orientamento al mass market potrebbe garantire i volumi,  mentre gli alcolici e i superalcolici garantiscono il valore anche se in questo caso si dubita di una risposta positiva da parte del mercato. Naturalmente su questi movimenti innovativi pesano i benefici fiscali della UE che sta lavorando anche se non pare si possano ottenere risultati  prima del 2020. Parlando di imballi e in specifico di quelli secondari FAUSTO PONZI della FORPAC ,costruttrice di impianti per le linee di imballaggio , presenta la novità di una linea di shrinkatura senza la termoretrazione ovvero sena il forno evitando botte di calore al prodotto che ne può essere sensibile e abbattendo i consumi energetici come della plastica necessaria con vantaggi evidenti sull’ambiente , sulla qualità e sui costi dell’impresa che dovrà si valutare il cambio degli impianti ma con pay back basati solo sul risparmio dei costi molto rapidi.

La questione del riciclo è uno dei fattori di Sostenibilità  su cui il retail è più sensibile – commenta Rossella Brenna di Unes. Le iniziative riguardano innanzitutto l’interno azienda, in particolare i materiali della logistica come cartone e legno. In Unes sono stati abolito  volantini ed altre comunicazioni cartacee con un risparmio di circa 400 tonnellate di carta. L’innovazione più significativa: “acqua km0”, grazie ad un imprenditore partner che ha investito  1ml mi di euro per ridurre drasticamente l’involucro del pack di 6 bottiglie di acqua.

Si cerca inoltre di coinvolgere anche il cliente in un’opera di sensibilizzazione sulle modalità di smaltimento degli imballaggi, ad esempio grazie a macchine per il riciclo delle bottiglie di plastica installate nei pdv – per ogni bottiglia riportata si remunera il consumatore. La risposta non pare comunque ottimale: le stime di Unes assumono infatti circa un 15% di consumatori effettivamente sensibili al tema della Sostenibilità.

In Unes si sta lavorando inoltre a progetti molto ambiziosi, fra cui il recupero dell’olio dele conserve ittiche , apparentemente un falso problema, mentre con  implicazioni molto pensanti sull’inquinamento. S pongono peraltro molti problemi anche burocratici che rallentano queste iniziative – anche qualche possibilità pare si stia aprendo.

La logistica è una delle problematiche chiave della sostenibilità perchè implica la movimentazione di enormi quantità di materiali e ingombro delle infrastrutture, dai sistemi di viabilità’ ai magazzini. Il gruppo Bonfante  ha ideato una piattaforma che consente la razionalizzazione dei flussi del fine vita soprattutto lavorando in termini local/global: raccolta capillare a livello locale  e rigenerazione/riciclo dei rifiuti mirando ai mercati internazionali. Si tratta di una esperienza all’avanguardia dato che tratta volumi nella  media europea, mentre gli altri operatori del settore si attestano a quantitativi molto più’ limitati.

Una delle sfide della raccolta differenziata consiste inoltre nella ricezione di materiale pronto per il riciclo,  cosa che avviene molto raramente. Nel mercato, si spende molto per avere materiale non idoneo – e per questo Bonfante sta lavorando su un tipo di impiantistica abilitata alla selezione intelligente in cui l’industria italiana è all’avanguardia .

E comunque – della serie “il re è’ nudo” – dice Fabio Capocaccia di SOS Logistica, promotori di uno standar di sostenibilità logistica da apporre in etichetta, , di là da tutto il più elementare sistema di supporto allo smaltimento dei rifiuti sarebbe una informazione chiara ed esaustiva sulle confezioni dei prodotti delle modalità di smaltimento: un modo per facilitare a monte il consumatore e di acquisire a valle rifiuti meglio allocati

Il trasporto delle merci  è’ uno degli ambiti infrastrutturali più’ arretrati in Italia, causa soprattutto la persistente diffusione del trasporto su gomma.

Paolo Fregosi di GS1 Italy sottolinea l’estrema rilevanza della ottimizzazione della logistica nell’ambito della filiera commerciale, con numerosi progetti che vanno dalle leve di saturazione dei carichi ai trasporti intermodali capaci di facilitare il trasporto su ferro per lo meno fino all’ultimo miglio dove la strada diventa gioco sine qua non  per arrivare a destinazione o all’interporto.

Sempre in tema,  Andrea Mantelli di Conad ricorda l’impegno aziendale, in particolare riguardo un’ iniziativa di ridisegno dei flussi distributivi  con la possibilità di creare  hub di aggregazione in modo  da saturare i mezzi sia in entrata che in uscita, anche attraverso una mappatura di percorsi e tempi di percorrimento.

Nella medesima logica si muove Mercaroen  produttore di una piattaforma intelligente che- come dice  Andrea Girolimon –  mette a disposizione di ogni fornitore un marketplace che consente di gestire le partenze dagli stabilimenti e l’arrivo a destinazione dove i mezzi vengono accolti senza perdite di tempo (in coda, per esempio). In questo modo la piattaforma web mette in comunicazione il distributore, l’operatore della logistica e il produttore in una logica win-to-win che trova alla sua base sia la geo-localizzazione ma soprattutto la condivisione delle informazioni, il vero asset di questo sistema in quanto consente uno sguardo e un monitoraggio a 360°.

Cose da fare , alla fine? Riduzione delle emissioni con intervento sulla logistica e sul trasporto,miglioramento della gestione energetica dai gas ai rifiuti anche se il fotovoltaico ha già dato molto, focus  anche sul “retro della consegna” che finora è stato solo in parte valorizzato, attivazione di iniziative sistemiche, che cioè’ aumentino la collaborazione tra le aziende.

Non è immediato pensare ala relazione tra monetica e sostenibilità. Eppure esperienze recenti la dimostrano: ad esempio, il sistema di pagamento Satispay di cui ha parlato Andrea Allara, che permette di saldare il conto nell punto vendita attraverso lo smartphone consentendo vantaggi a livello sia funzionale sia simbolico. A livello simbolico si attiva una sorta di “gamification” dell’esperienza del pagamento che notoriamente non assume connotazioni particolarmente positive. Ma ancor di più i vantaggi si esprimono a livello funzionale, con la diminuzione dei costi di trasporto, una maggiore sicurezza, risparmio di tempo – peraltro, tutte componenti affine al concetto  di smaterializzazione come si sa molto sintonico con le teorie e le pratiche intorno alla Sostenibilità.

Coop Lombardia, nell’ ambito del Supermercato del futuro in atto alla Bicocca di Milano ha sperimento il sistema Satispay  racconta Paolo Tombolato –  che pare abbia ottenuto un buon successo, paradossalmente presso quelle fasce della popolazione non particolarmente sensibili, Nè abituate, ai sistemi di pagamento elettronico. Naturalmente si tratta di passaggi che devono essere gestiti in maniera soft, ivi compreso l’approccio con gli operatori di cassa probabilmente non molto sono favorevoli a cambiamenti di modalità di pagamento repentine e diverse da quelle consuete.

La necessità di un inserimento progressivo di questi cambiamenti nei sistemi è ampiamente confermato da Alfredo Ghilarduzzi del Gruppo Vegè, che ricorda il pesante ruolo giocato dal  contante nelle transazioni  commerciali in Italia (70%, in sintonia con la fonte Deloitte), soprattutto al Sud, e soprattutto nel caso delle catene di piccoli imprenditori come Vegè dove lo scontrino è molto basso a fronte di una intensa frequentazione del punto vendita. E anche in questo caso si rimarca che lo smartphone – molto più penetrato nelle famiglie rispetto alle carte di credito – potrebbe forse con più efficacia sostenere il “salto” alla (progressiva) abolizione del contante.

Il concetto trova ovviamente un acceso sostenitore in VISA. Davide Steffanini ricorda che oggi i  consumatori attraverso le carte di pagamento possono acquisire vantaggi molto superiori a quelli del contante, sollecitando quindi le catene della Distribuzione a farsi parte attiva in questo cambiamento seguendo l’esempio di Tesco che,  addirittura,  sta abolendo il contante come forma di pagamento. Il tutto  molto lontano dagli esercenti italiani aggiunge Allara, che attualmente dei  sistemi non cartacei  percepiscono un costo piuttosto che un servizio anche se sistemi come quello di SIXTH CONTINENT presentato dal suo ideatore FABRIZIO POLITI  realizza addiritura un reearding economico per ogni aderente alla rete in ogni suo acquisto se effettuato con imprese altrettanto aderenti che spartiscono il margine in questo menber get member digitale

Molto fermento nel territorio dell’ Instore, che di là dalla fisicità dell’ambiente,  sempre di più diventa un luogo privilegiato di relazione con prodotto e marca,  dove occorre costruire la shopping experience sempre più empatica – secondo quando afferma Anna Casani di Altavia: dallo sconto  di Reebock a chi esercita più attività fisica, all’uso di nuovi materiali come legno, bambu sughero, lana, alghe.

Secondo Marco Zanardi di Realtà Group, l’Italia rappresenta in Europa uno dei punti di eccellenza anche se le cose da fare sono molte, trasversalmente alla tecnologia, al design, ai servizi –   a cominciare dai materiali su cui occorre operare affinchè finiscano la loro vita (magari per iniziarne una nuova) nel posto giusto. A questa prospettiva EURODISPLAY   come riferisce ANDREA TEMPESTA dedica da tempo la sua ricerca e sviluppo  per proporre il primo disciplinare del riciclo sul materiale cartotecnico e non solo  e oggi il progetto definito NEVER ENDING DISPLAY è pronto per essere lanciato sul mercato .

Peraltro, in questo momento è in atto un profondo riposizionamento del punto vendita, come sottolinea  Giancarlo Bonzi di CEFLA, a partire dalla multifunzionalità, con la necessità di strutture modulari, pronte ad essere piegate da una funzione all’altra e di una nuova inventività per ospitare un’ offerta  prima inesistente, cercando di rispondere ai desideri dei consumatori. Esempi: dal mix di legno e acciaio, al verde in farmacia, agli  espositori per la crescita indoor di sistemi vegetativi in idrocotura , superfood di qualità superiore ai consueti ortaggi, con una forte carica di vitamine ed un valore sociale in quanto aiutano a ridurre la quantità’ di sale e un indubbia valenza di KM0

In conclusione, gli organizzatori del Convegno, sollecitati anche dalle nuove iniziative di VOTO COL PORTAFOGLIO promosse da Valentino Bobbio per NEXT che ha presentato la nuova piattaforma EYE ON BUY in corso di introduzione in Italia per valorizzare da parte dei cittadini le imprese virtuose,  hanno proposto affermazioni un po’ challneging rispetto ai diversi contenuti.

Emanuele Plata, Presidente Plef, suggerisce cautela critica sulle potenzialità delle nuove tecnologie digitali come portatrici di energie e sviluppi progressivi, a fronte di usi infausti dei social e anche al rischio di una caduta critica delle abitudini di consumo (soprattutto considerando i nuovi sistemi di pagamento digitali).

Paolo Mamo, CEO Altavia, ipotizza, quale migliore evoluzione del rapporto tra retail e sostenibilità, l’abolizione della espressione di “punto vendita”  per passare ad un concetto di retail che sia liberato dalle connotazioni di manipolazione, margine, passività – Là dove il digitale può conferire un grande aiuto alle pratiche di sostenibilità smascherando il marketing (e anche la vendita) manipolatoria.

Per entrambi, comunque, il concetto link chiave, tra innovazione e sostenibilità è quello di processo: nessuna innovazione può definirsi o supportare lo sviluppo sostenibile se non si inserisce in filiere dove la sostenibilità viene integrata in ogni fase del processo a partire dalla progettazione di cui  l’italia , ha ricordato Carmelo di Bartolo, è all’avanguardia.

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